Rotellando a Folgaria con Gabriele Serapiglia

Capita che un bambino nato in mezzo ai monti  (ai piedi del Monte Rosa, per la precisazione) abbia una malattia ossea che lo obbliga a restare seduto e così non possa godersi la montagna come vorrebbe o dovrebbe. Capita poi anche che la malattia ossea  è  “fragilità ossea” e quindi questo bambino cresce con una gran paura di cadere e in montagna, si sa, si scivola e si cade facilmente. Infine capita che il bambino nasca sotto il segno del cancro con ascendente pesci e pertanto è predisposto all’acqua…

Tutta questa premessa per dirvi che, nonostante io viva in montagna, non ho mai sciato; certo si potrebbe pensare che la motivazione principale sia dovuta al fatto che sono in carrozzina in realtà, conosco da tempo gruppi sportivi che danno la possibilità di praticare lo sci ai rotellati però avevo paura di cadere (e fratturarmi) e soprattutto poca voglia di godermi la montagna.

Poi un giorno il famoso detto “Se Maometto non va verso la montagna, la montagna va verso Maometto” si è avverato. In questo caso è Folgariasky che è andata venuta verso di me invitandomi a provare l’esperienza dello sci. In un week-end di fine gennaio mi sono ritrovato in una Folgaria innevata, con un paesaggio a provare per la prima volta nella mia vita l’ebrezza, o meglio la paura, di sciare.

Giunto a Passo Coe incontro i ragazzi diScie di passione. “Scie di passione” è una scuola di sci che ha come scopo quello di promuovere, attraverso la formazione e la pratica sportiva, progetti legati alla disabilità, dando la possibilità a tutti, indistintamente dalla nazionalità e dalle possibilità psico – fisico – motorie, di vivere la montagna e gli sport di scivolamento in maniera autonoma ed in totale sicurezza. Per fare questo ci vuole un team che abbia l’energia, ma soprattutto le capacità professionali e umane per realizzare un progetto così ambizioso.  I maestri di “scie di passione” hanno tutte queste caratteristiche.

Nella scuola mi aspetta Steve, uno dei maestri, che nel giro di pochi minuti ha adattato in base alle mie esigenze e alla mia fisicità la “sedia a sci” e nel giro di pochissimo tempo mi ritrovo in mezzo alle piste innevate. All’inizio sono diffidente, teso ma poi Steve è riesce in pochissimo tempo a diffondermi fiducia e poco alla volta mi lascio andare. Sono riuscito a mettere da parte la vecchia paura di cadere e sono persino riuscito a sciare da solo, se pur per brevi tratti.

Lasciata in un angolo la paura, ho iniziato a godermi l’esperienza della velocità, della salita sulla seggiovia (nonostante soffra di vertigini) e del meraviglioso paesaggio visto dall’alto. Scivolare sulla neve e provare nuove ondulazioni che non sono quelle delle rotelle, comprendere che la velocità non è così pericolosa come lo è quando si rotella e riuscire a tenermi in l’equilibrio, mi ha elettrizzato. Se lo sci, la neve e i paesaggi mi hanno conquistato, nello stesso modo ho amato i momenti trascorsi in sauna e nel bagno turco e quelli trascorsi a tavola a mangiare canederli e gulash. Folgariasky è riuscita a rendere completamente accessibile un luogo come la montagna che spesso si crede poco appropriato a chi ha problemi di mobilità. Se da una parte c’è la passione, la sensibilità e la formazione dei maestri di sci come Steve, dall’altra c’è il lavoro di molti nel rendere accessibile i luoghi pubblici come gli alberghi, gli impianti, i ristoranti. Un lavoro di squadra per rendere questo luogo accessibile a tutti.