Rotellando in Finlandia con Marco e Alessandro

Quando ero bambino il mio gioco preferito era il “giro del mondo”,  a dire il vero lo è anche oggi, solamente che non è più un gioco e la pedina sono io, inoltre non ci sono vincitori e vinti. Forse?! C’erano due luoghi su tutti che mi affascinavo e che volevo conquistare ed erano: Cape of Good Hope, ovvero il Capo di Buona Speranza ed Helsinki. Il primo mi affascinava per il fatto che era lontanissimo, in fondo in fondo al mondo quasi al Polo Su; mentre il secondo mi affascinava per il suo nome, mi piacevano tutte quelle lettere strane e poi soprattutto non era così lontano come il Sudafrica. Quando sono atterrato all’aeroporto di Helsinki, mi sono detto che anche nella realtà del mio “giro per il mondo” sono riuscito a mettere le bandierine sia al Capo di Buona Speranza che in Finlandia, ed ad Helsinki in particolar modo.

La temperatura è da subito bella frizzantina; quando siamo partiti in Italia c’erano 35 gradi, qua poco più di 10. I rotellandi finlandesi sono: Marco Resti alla videocamera, Alessandro Abrusci alla macchina fotografica e come sempre, alle rotelle, ci sono io.  Da Helsinki prendiamo un treno e ci dirigiamo a Tampere e subito mi rendo conto di quanto i treni siano estremamente accessibili e organizzati. Attraversiamo verdi prati e foreste di abeti e conifere, qualche casetta qua e la e poi si iniziano a vedere i primi laghi.

Arriviamo a destinazione in serata, in Italia dovrebbe essere buio già da un bel pò ma qua è la terra del sole, è mezzanotte e non viene mai totalmente notte. Iniziamo a perlustrare la cittadina e scopriamo il suo lago, le sue vie tranquille ed accoglienti, il suo piccolo centro ed è’ la luce di questo luogo che da subito mi affascina. Tampere è la regione in cui ha avuto origine l’industrialismo finlandese. La prima lampadina elettrica è servita a illuminare un cotonificio di questa città, che ha assistito anche alla fondazione di Nokia. In riva al lago ci sono ancora diverse ciminiere, alcune sono chiuse e sono state riutilizzate per altri scopi per la maggior parte culturali e turistici. Questo è solo un primo assaggio di Tempere.

Tempere tra indistralizzazione e natura

E sì, siamo proprio in Finlandia, il freddo si fa sentire, anche se dicono che solitamente in questo periodo dovrebbe essere più caldo. Coperti da giacca a vento e felpe andiamo alla scoperta di Tampere, località situata tra i laghi Näsijärvi e Pyhäjärvi. Come prima cosa, facciamo una passeggiata vicino alle rapide di Tammerkosky. Le rapide sono generate dalla differenza di altitudine dei due laghi, pari a circa 18 metri, sono lunghe circa 945 metri e vengono sfruttate come fonte di energia idroelettrica. Le rapide divennero importanti quando Re Gustavo III fondo proprio la città di Tampere sulle sponde di questo corso d’acqua.

Passeggiare tra questo spettacolo naturale con il contrasto degli edifici di mattoni rossi e le ciminiere dei cotonifici, è quasi surreale come se il mondo industriale e la natura riuscissero a fare pace e non essere in continua lotta.Parchi verdi che si uniscano a torri industriali; possibili nemici ma che in realtà sono diventati amici o per lo meno cercano di esserlo. Questa è la Finlandia ! Presso la maglieria Plevna, a fine ‘800, è stata accesa la prima lampada elettrica dell’Europa Settentrionale e ora molte delle vecchie industrie sono state convertite in musei, aziende tecnologiche (Nokia ha iniziato la sua attività proprio qua), ristoranti e cinema. Da questa voglia di rinnovare si può comprendere quanto sia importante per i finlandesi essere innovativi ed avere uno stretto contatto e rispetto per la natura.

E’ buffo poi scoprire che la moda dei lucchetti dell’amore è arrivata persino qua, mi chiedo se Moccia abbia fatto il botto anche nel profondo nord oppure arrivi da altre leggende, io mi auguro che sia la seconda. Arriviamo sino alla Cattedrale, uno dei principali esempi di architettura nazionalromatica finlandese. Gli affreschi di Hugo Simberg sono stati molto discussi soprattutto per quanto concerne il serpente alato dipinto sul soffitto in quanto, per alcuni, è visto come il simbolo del peccato e della corruzione.

Da Tempere si ha la possibilità di compiere diverse escursioni nelle varie isole vicine, basta prendere un battello e si arriva in piccoli paradisi naturali dove l’acqua è verde tanto quanto la vegetazione che vi si riflette. Durante i weekend estivi, la gente si riversa in questi luoghi tranquilli per trascorrere al meglio le lunghe giornate di luce; così, questi piccoli luoghi silenziosi improvvisamente  si animano. Passeggiando s’incontrano famiglie, coppie d’innamorati e personaggi alternativi, in ogni caso non avverto mai aria di sufficienza tra i diversi modi di godersi il luogo (che sia quello di alzare in maniera smodata il gomito o passeggiare mano nella mano). Insomma, c’è spazio per tutti, per chi vuole barcollare, per chi vuole passeggiare e per chi vuole rotellare.

Anche questa è la Finlandia!

Vita finlandese: Turku

I finlandesi sono un po’ aspri al primo impatto e ci vuole un attimo per comprendere che quella che per noi latini può sembrare freddezza o ritrosia, in realtà è solamente timidezza e riservatezza. Non vogliono disturbare ! Sono silenziosi e rispettosi nei confronti degli altri e della natura, quindi poco casino. I finlandesi si fanno gli affari loro, non sono invadenti e sono abituati ad essere indipendenti, ma po,i quando arriva il momento di condividere lo fanno con estrema apertura e generosità, ci vuole un attimo per entrare in sintonia non è tutto così immediato. Come dice Maria, la nostra guida a Tempere, al freddo non ci si abitua mai pertanto appena arriva la stagione estiva si buttano alla ricerca di calore e di luce naturale.

Vivendo gran parte dell’anno con poca luce e con tanto freddo, riescono ad essere molto introspettivi. Si resta a casa a leggere un buon libro magari sotto ad una lampada speciale che simula la luce solare e distribuisce vitamina D e poi ci si ricarica di calore con una rilassante sauna. Fare la sauna per un finlandese è un rito. Le prime erano saune di fumo, senza la canna fumaria e con i muri anneriti, ora sono riscaldate con la legna o con l’elettricità. Tutti hanno una sauna in casa, in sauna si va nudi e tra una pausa e l’altra ci si butta nell’acqua ghiacciata oppure nella neve. Per noi ovviamente è un atto di estremo coraggio ma in realtà è molto più semplice di quello che crediamo. La sauna è un posto di pace e non è permesso litigare e questo è un po’ la filosofia di questo paese, in cerca di pace e tranquillità.

Andiamo a Turku con il treno, attraversiamo nuovamente verdi foreste ed infiniti boschi, è domenica e sono molte le famiglie in viaggio. Mamme che salgono con enormi passeggini che assomigliano più a piccoli trattori, li parcheggiano negli appositi spazi e lasciano i loro figli che, tranquillamente, dormono o giocano. Turku è tra le città più grandi della Finlandia ed è anche la più antica. Nata nel lontano 1229, è stata per molto tempo uno dei centri religiosi del paese. La città è attraversata dal fiume Aura ed è proprio sulle sue rive che si trovano le maggiori attività turistiche. Passeggiando per la zona del Centro Marittimo, vengo attratto più dalle margherite che dai velieri ma sicuramente è il grandissimo castello a fare da cornice al luogo. Nonostante non sia molto accessibile, si riesce a fare due rotellate all’interno.  Dopo aver visitato il castello, entriamo nella Cattedrale di Turku che è definita la chiesa madre della fede luterana in Finlandia e domina la città da una grande piazza.

Sono molte le imbarcazioni ormeggiate sulle sponde del fiume che alla sera, per magia,  si animano e si trasformano in ristoranti, bar e discoteche. I finlandesi e i turisti non possono non farsi prendere da questa movida nordica.  Le rive del fiume cambiano sia in luce sia in suoni in base alle ore del giorno: la mattina è sicuramente più rilassante e si può fare jogging, durante le lunghe ore del tramonto ci si rilassa coccolandosi sotto gli ultimi raggi di sole, mente nelle ore serali ci si scatena in risate e balli.

Uno dei luoghi di maggior interessa a Turku è il museo dell’artigianato di Luostarinmåki, il quartiere operario che fu risparmiato nell’incendio che nel 1827 distrusse la città. Il quartiere è esattamente come era allora, tutto è rimasto intatto. Vi sono abitazioni, officine, stalle e laboratori artigianali nella stessa posizione originale e all’interno vi sono attori che vestiti come all’epoca fanno rivivere il luogo come era ai primi dell’800. Insomma un vero e proprio tuffo nel passato. Un altro luogo di estremo interesse è lAboa Vetus & Ars Nova nel centro di Turku dove si trovano le fondamenta di quella che è la città più antica della Finlandia. Per noi che abbiamo rovine in ogni dove forse non è nulla di particolare mentre lo è sicuramente l’esposizione di arte moderna nella parte superiore.  Al momento sono esposte le installazione e le opere dell’artista ungherese Balázs Kicsiny  noto soprattutto per i suoi potenti impianti visivi, pieni di simboli enigmatici e parabole. Le opere, a grandezza naturale, rappresentano figure umane i cui volti sono nascosti. Le opere assomigliano a spettacoli che sono stati congelati nel tempo, creando indovinelli impossibili e irrisolvibili aperti a varie interpretazioni. Lo spettatore passa nel bel mezzo di una narrazione continua e deve dedurre quanto è successo prima del “qui e ora” e che cosa accadrà dopo. Io, a dire il vero, non ci ho capito nulla ma proprio nulla, diciamo che mi sono divertito e a tratti mi pareva di essere all’interno di un set cinematografico di un film dell’orrore, anche se non ho risolto alcun enigma mi sono sentito all’interno di grande rebus.

Mumin

A pochi chilometri da Turku (18 km) troviamo Naantali una graziosa cittadina sul mare, molto caratteristica nella parte antica con le sue case d’epoca – un piccolo museo a cielo aperto – un luogo in cui rilassarsi dove pare venga spesso il Presidente finlandese. Ma a Naantali puoi trovare gente che arriva da tutto il mondo, soprattutto dal Giappone. Il motivo è molto semplice: tutti vogliono visitare il parco a tema dei Mumin.  Ora la mia domanda è, va beh che i giapponesi sono un po’ stranini, ma volare dal Giappone sino in Finlandia per recarsi dritti in questo paesino per i Mumin mi pare un “poco na’ strunzata!” però tant’è….

Visto che pare che tutti conoscono i Mumin tranne il sottoscritto inizio a sentirmi un emarginato sociale e pertanto mi faccio spiegare la storia. Apprendo così che i Mumin sono dei personaggi di finzione creati dalla scrittrice finlandese Tove Jansson, dei troll con una forma simile a degli ippopotami. La scrittrice iniziò a disegnare i Mumin come vignette satiriche durante la seconda guerra mondiale e poi scrisse 9 libri per l’infanzia. In  Finlandia u Mumin ebbero, e hanno tutt’ora, un grande successo al punto da essere un personaggio simbolo del paese. La scrittrice, che proprio in questi giorni (9 agosto 2014) festegerebbe i suoi 100 anni, è stata sempre apprezzata per le sue vignette e caricature satiriche. Durante gli anni ’30, le caricature sarcastiche contro Hitler e il nazismole causarono non poche denunce e condanne. Una matita graffiante come la sua non avrebbe mai potuto creare principi e principesse, ed è così che nacquero i Mumin.

Ma chi sono i Mumin? C’è papà Mumin, mamma Mumin e il figlio Mumin che è tenero e timido e poi Snif il pasticcione, Grugnina la fidanzata di Mumin, le sorelle Mimla e Mi e Puzzolo che non si lava mai, insomma un’allegra brigata. In Giappone è stato creato un cartone animato popolarissimo sui Mumins e questo spiega il perché i Giapponesi non perdono l’occasione di visitare questa attrazione. Dietro le avventure di questi simpatici personaggi si cela in realtà l’intento di insegnare, a volte con veri e propri messaggi filosofici, l’amore per la natura. I Mumin sono stati tradotti in 50 lingue, e anch’io, poco alla volta mi sono appassionato a questi personaggi e, felice come un giapponese, ho attraversato il ponte che porta all’isola di Mumin e lì sono riuscito a fare amicizia con loro… e da allora sono diventato un Mumin dipendente !!!

Rotellando a Helsinki

La passeggiata per Helsinki inizia prima scaldati dal sole estivo, dopo qualche minuto si viene frullati da un vento gelido, per essere bagnati dalla pioggia autunnale ed infine colpiti da neve in versione cubetto di ghiaccio, tutto questo nel giro di poche ore.  Ma dall’altra parte è una città dalle temperature e dai tratti molto marcati, una città che soffre di una lieve forma di bipolarità, assomiglia ad un cantante lirico che però ama andare ai concerti heavy metal, vestendosi di nero e con le borchie. Una di quelle città che, sotto ad un’apparente calma, cela un’anima tormentata – tormento dovuto anche al fatto di essere stata sballottata per decenni fra Svezia e la Russia.

La Finlandia è uno stato indipendente solamente dal 1918; con gli svedesi vi è un rapporto di eterna rivalità e per un finlandese è più importante vincere contro la Svezia che arrivare primo, mentre temono da sempre di essere invasi ancora dai russi. Insomma con i primi scherzano mentre con i secondi c’è poco da scherzare.

Iniziamo a girare per la città con la nostra guida; Aaron è l’immagine della “bipolarità” finlandese, di giorno fa la guida turistica e l’informatico vestito in maniera elegante e alla sera si trasforma in un bassista in una delle band heavy metal finlandesi più conosciute: “The Turisas”,  mentre guardo il video di una delle loro performance fatico non poco a riconoscerlo. Il cuore della città è Kauppatori – la Piazza del Mercato – situata di fronte al porto, il solito ciottolato mi fa traballare non poco, da lì andiamo a pochi passi al mercato coperto. E’ abitudine, soprattutto quando fa freddo, andare a fare la spesa in questo mercato, si resta per lo meno al caldo e poi si può mangiare qualcosa di tradizionale, infatti questo è il posto adatto in cui trovare tante piccole leccornie finlandese e non solo.

Dalla Piazza del Senato si può ammirare la bellissima ed imponente chiesa bianca – Tuomiokirkko. Vi sono altre due chiese molto particolari ed inusuali da scoprire. La prima è la chiesa luterana di Temppeliaukio costruita nella roccia nel 1969 ed incarna la spiritualità nella natura, tema molto caro ai finlandesi. Un luogo con un’acustica eccezionale, infatti qui si svolgano tantissimi concerti. Il tetto di vetro è interamente coperto da filo di rame e si ha la reale sensazione che natura e spiritualità si fondano. L’altra chiesa di recente costruzione (2012) è la cappella del silenzio ovvero la Kamppi Chapel, costruita proprio in una delle zone più centrali e rumorose della città. L’idea è quella di avere la possibilità di trovare un attimo di silenzio, di quiete, di meditazione o di preghiera proprio dove regna maggiormente il caos e il rumore. Chi vuole, in qualsiasi ora del giorno, può entrare e restarci per qualche ora o minuto e godersi la tranquillità. La luce naturale e il colore del legno danno un segno di pace e di armonia da far venir voglia di fermarsi per giorni.

Helsinki, tra design e natura

Appena fuori dalla città troviamo Suomenlinna,  la fortezza della Finlandia, un luogo sicuramente non adatto alle rotelle, anzi proprio sconsigliato, in quanto il ciottolato è ovunque ed è veramente faticoso da visitare. Lasciata la fortezza per ovvi motivi di incompatibilità, ci dirigiamo verso l’isola di Seurasaari . L’isola è un museo a cielo aperto, un vero e proprio villaggio vichingo del 18° secolo. Tutto è stato mantenuto come ai tempi e anche in questo luogo vi sono le guide che in costume “recitano” la parte degli abitanti; c’è chi fila, chi pittura, chi cuoce la ceramica e si possono ammirare le differenze che già allora esistevano fra le case “borghesi” e quelle più popolari. Il villaggio è sicuramente più accessibile ed agevole del museo dell’artigianato di Luostarinmåki di Turku, ed un piccolo luogo incantato in cui il tempo si è fermato.

Helsinki la giriamo con i mezzi pubblici che sono totalmente accessibili, sia i bus che la metropolitana, mi piacerebbe molto visitarla durante i rigidi inverni per comprendere meglio come ci si può muovere con la neve e il ghiaccio. Se si va ad Helsinki non è possibile non entrare nei tanti negozi di design, inventivati anche dal fatto che nel 2012 è stata nominata capitale del design. Il design scandinavo è semplice, modesto, rilassante e molto poco glamour. Proprio per queste ragioni che questo stile è così popolare. Legno naturale, colori allegri, forme semplici e lineari. E’ pratico e poco influenzato ai trend del momento.  Una casa finlandese deve rispettare la natura e la parola d’ordine è “semplicità”.  La popolarità e la linearità del design scandinavo hanno però portato ad una standardizzazione, al punto che un occhio poco esperto come il mio fatica persino a notare la differenza tra degli oggetti di design da quelli più popolari prodotti da Ikea. Quello che mi piace credere è che il design serva a rendere più comoda la vita quotidiana e l’accessibilità in senso molto lato e in questo paese mi pare che sia prioritario fare in modo che il “bello” sia anche e soprattutto “utile”.

Tra un negozio e l’altro ci mangiamo un gelato e la nostra guida mi aiuta nella traduzione della richiesta di un gelato alla pera –  “päärynä jäätelötötterö”. Mi rendo sempre più conto che non riuscirò mai e poi mai ad imparare il finlandese; a parte il numero impressionante di vocali (sono solamente 5 ma riescono a metterle in tutte le combinazioni ed accenti possibili), non riuscirei mai e poi mai a ricordarmi per intero una parola, figuriamoci una frase.  Quando avrò finito di dire “pera” sarà già marcita, troppo complicato per la mia testolina. Per fortuna qui quasi tutti parlano l’Inglese; in Finlandia, tutti i film stranieri non sono doppiati (ma questo capita in molti altri paesi) ma sottotitolati. Credo che questo sia uno dei motivi per cui gli stranieri sono più avvezzi ad imparare le lingue ed alcuni hanno persino imparato un po’ d’italiano grazie alle avventure del commissario Montalbano. Santa televisione che ci fa sentire tutti più simili oppure tutti più omologati.

Alessandro Abrusci

Nato nel 1985 a Napoli, cresciuto in Puglia, cittadino del mondo. Ha sempre orientato la sua vita verso la fotografia. Ha una laurea in Tecnologie della Comunicazione Multimediale presso l’Università di Ferrara, laureato in Grafica, ha un master in Editor di comunicazione digitale. Ha lavorato nel settore del reportage per grandi aziende a livello nazionale come Barilla e Mondadori e aziende internazionali come l’Ente del Turismo Tunisino.

Marco Resti

Fotografo professionista, specializzato in reportage sociale, eventi e viaggio. (www.marcoresti.com) Membro del Nikon Professional Service e dell’associazione Shoot4change. Grazie al suo lavoro viaggia per il mondo, in particolare Africa e India, per produrre reportage, storie e workshop on the road. Negli ultimi anni sta portando avanti alcuni progetti fotografici, con associazioni che si occupano di “diversità”.