Rotellando in Germania con Alvise Crovato

L’avventura tedesca o forse sarebbe meglio dire bavarese, inizia da Malpensa dove con un volo Lufthansa arriviamo a Monaco. Da li prendiamo un’auto a noleggio e ci rechiamo immediatamente verso est, al confine con l’Austria, ovvero a Passau (circa due ore di auto). La Baviera è il maggiore Land tedesco (stato federale paragonabile ai cantoni svizzeri) in superficie e il secondo per numero di abitanti e per contributo economico, basti pensare che il reddito pro capite supera del 36% la media europea; insomma in Baviera si sta bene e lo si comprende subito, dalla mancanza di frenesia, dall’organizzazione e dall’ordine. Rotellando in Germania ha come focus la natura e le possibilità che i rotellanti hanno nell’accedere con le rotelle a foreste e parchi tedeschi. Proprio per questo, insieme all’ente turistico tedesco – Germany Travel – abbiamo deciso un viaggio differente da quelli più usuali che si potrebbero fare in terra tedesca.

La prima tappa  è a 30 minuti di auto da Passau: il Museo del Granito di Hauzenberg.  Una vera esperienza multimediale. All’ingresso siamo ricevuti da uno scalpellino ora in riposo. L’entrata è maestosa, con l’enorme scritta “GRANIT” vicino alla quale non ci si può esimere da un selfie. L’interno è una meravigliosa opera di architettura, ovunque si guardi vi è granito: le pareti, il pavimento, il soffitto. Acciaio e legno sono gli altri elementi della costruzione, che ben si amalgamano al granito, il quale non risulta per niente pesante. La visita inizia con una presentazione cinematografica in cui è introdotta la storia del granito, sia della sua formazione nelle varie ere, sia di come nei tempi è stato lavorato e trattato, in particolare è raffigurato il faticoso e pericoloso lavoro dei minatori di un tempo, sino a quello più tecnologico dei giorni nostri.

Il punto di forza del museo è la rappresentazione multimediale in cui sono raccontate le fasi di creazione delle rocce, un viaggio lungo 500 milioni di anni qui speigato in maniera egregia. Si passa poi attraverso un corridoio in cui è possibile ammirare centinaia di minerali, poi vi è la parte in cui si racconta l’uso del granito nella storia (dalla costruzione di chiese e monumenti: romanico e gotico, ad oggi). All’esterno, possiamo trovare un’enorme parete di roccia con uno stagno e la rappresentazione di una cava, con le capanne di un tempo. Le cave hanno dato lavoro a migliaia di famiglie della zona per decenni. Un viaggio molto interessante per chi ha interesse per la storia locale, le tradizioni, la geologia e l’ingegneria civile.

La città fra tre fiumi

Bastano pochi istanti per comprendere che a Passau c’è un elemento che predomina su tutto: l’acqua . Sono infatti tre i fiumi che l’attraversano. Passau o Passavia è stata modellata dal Danubio, dall’Inn e l’Ilz per questo viene chiamata la città dei tre fiumi e si trova nel cuore della zona in cui s’incontrano tre paesi: la Germania, l’Austria e la Cechia.

Il richiamo dell’acqua ci porta immediatamente verso la sponda dell’Inn; passeggiare accanto al fiume che lentamente scorre e bearsi delle case colorate che si affacciano su di esso, da una sensazione di tranquillità.  Passau è un luogo distensivo e lo si percepisce mentre si rotella tra le vie del centro storico, che hanno mantenuto l’aspetto del passato, lasciando anche il ciottolato che in alcuni momenti da non pochi problemi alle mie rotelle mentre passeggio tra stretti vicoli e piazze suggestive. La cristianità diede prestigio a Passau, sino a diventare la diocesi più estesa del Sacro Romano Impero e per 600 anni fu Principato vescovile. Forse è proprio per questo che in tutta la zona si respira una forte appartenenza cattolica. L’architettura barocca della città è dovuta alla ricostruzione da parte di alcuni architetti Italiani, dopo un incendio che la distrusse. Sopra tutto, troneggia il Duomo di Santo Stefano posizionato nella parte più alta del centro storico. Le sue cupole verdi, a cipolla si ammirano da ogni parte della città e rendono ancora più affascinante Passau. Alle 12:00 di ogni giorno feriale c’è un appuntamento che non si deve perdere: il concerto dell’organo più grande d’Europa.  Con le sue 17.974 canne, l’organo è suddiviso in 5 parti che si possono suonare contemporaneamente dalla tastiera centrale.

Passau è inoltre il punto d’incontro di varie piste ciclabilii, l’inizio della Danubiana che porta direttamente a Vienna, ed è anche un importante scalo per le crociere sul che sono fatte sul fiume Danubio.Vista l’importanza dei fiumi, ci imbarchiamo su un battello per ammirare la città dall’acqua. Il battello è accessibile e provvisto di pedane, anche se nel mio caso l’intraprendenza tedesca ha avuto il sopravvento, al punto che il “marinaio” ha preferito, senza darmi possibilità di scelta, di caricarmi e scaricami dalla barca a braccia, forse dimenticandosi che essere spostati come un pacco non è poi così piacevole. Dopo essermi lasciato alle spalle questa piccola incomprensione, mi godo la città che scorre davanti a me. Il fiume e l’acqua sono un elemento di forte fascino e bellezza che da sempre mi affascinano. Il miglior momento per godere a pieno lo spettacolo dell’acqua a Passau è la sera quando si possono ammirare luci, colori e riflessi che raramente s’incontrano in altri luoghi.

La forza del vetro bavarese

A un’ora d’auto da Passau, verso il confine con la Repubblica Ceca, ci inoltriamo all’interno della Selva Bavarese che costituisce la più grande area boschiva non interrotta d’Europa. L’attività più importante della zona è quella della soffiatura del vetro che viene effettuata da secoli. E’ praticata da gran parte delle cittadine lungo quella che per l’appunto è conosciuta come la Glasstrasse (strada del vetro); lunga 250 km, va da Passau a Waldsassen. Facciamo tappa a Zwiesel, tranquilla ed accogliente cittadina e alloggiamo all’Anger Residenz , una struttura accessibile con un bel giardino e un’ottima accoglienza da parte della proprietaria. Un luogo molto familiare e rilassante.

La prima visita è all’Info Zentrum, che non è un semplice ufficio informazioni ma una vera e propria vetrina culinaria, un luogo in cui rilassarsi e assaggiare i prodotti locali, genuini e autentici della zona. Tra formaggi e marmellate, wurstel e salumi nostrani ci facciamo un ottimo spuntino, la cui regina, a mio parere, è la senape la più ghiotta che abbia mai assaggiato. Ho l’impressione che i questi luoghi, la gestione sostenibile delle risorse alimentari esistenti non ha seguito uno sviluppo moderno, ma è rimasta legata alla tradizione ed è considerata un patrimonio prezioso.Le bacche dalla Foreste Bayerwald in confetture, la passata di mele e pere, la carne affumicata, il salame di cervo, la trota affumicata, il formaggio di capra, il sale alle erbe, i cioccolatini Bayerwald, il miele di bosco e poi le birre in tutte le varianti, sino al mio succo preferito: l’Apfelsaft (succo di mele) sono prodotti preziosi e vengono considerati una gran ricchezza per tutta la zona.

La seconda tappa è il moderno museo del vetro di Frauenau, in cui sono raccontati 400 anni di storia della produzione del vetro. La prima parte del museo ospita una mostra che è un vero e proprio viaggio nel tempo. Con molta acuratezza ci vengono spigati tutti gli usi del vetro, dalle manifattura presso le antiche civiltà orientali fino a quelle del Mediterraneo, all’impigo per la costruzione delle preziose vetrate delle cattedrali gotiche etc… Ci sono anche reperti archeologici di occhiali usati nel tempo e poi, abbiamo interessantissimi manufatti risalenti  al Rinascimento, al Barocco, fino a giungere alle scuole veneziane e a quelle di Boemia, ai vetri opalescenti del periodo Art Nouveau e dell’Art Déco.

Un altro modo, altrettanto suggestivo,  per meglio comprendere l’arte del vetro è JOSKA Glasparadies Bodenmais, un paradiso di vetro, dove non è possibile uscire senza acquistare un piccolo souvenir. Rotellare tra i giardini in cui vi sono piante e animali di vetro rendono unica la vista. Joska è famosa per la produzione di premi per eventi sportivi e cinematografici.

Ho trovato davvero molto bella questa parte della Baviera dove tradizione, natura e tipicità s’incontrano, dove non ti senti mai un turista ma una persona d’accogliere.

Tra le cime degli alberi bavaresi

Quando Germania Destinazione Vacanze  mi ha proposto di rotellare in Germania, ha ipotizzato diverse possibilità di viaggio. Sono rimasto da subito sorpreso, raramente avevo letto un ventaglio d’itinerari accessibili così ricco.  La Germania si sta attivando sempre di più per fare in modo che turisti con disabilità possano visitarla. Un gran numero di progetti sono stati avviati con l’obiettivo di fornire opportunità di turismo accessibile. Numerose aziende di turismo, compresi gli operatori di trasporto pubblico, del settore alberghiero, ristoranti e caffetterie, istituzioni culturali, ricreative e sportive, e le organizzazioni turistiche regionali, hanno sviluppato e implementato iniziative molto concrete per fare in modo che la Germania sia per tutti. Insieme ad esperti provenienti dai 16 stati federali tedeschi, sono state raccolte idee di viaggio, raccolte in un sito web il cui tema è Turismo per Tutti”. Qui si possono trovare informazioni, immagini, video, link, una mappa interattiva e pacchetti accessibili.

La Germania è accessibile utilizzando tutti i mezzi di trasporto ed i centri urbani e le regioni sono ben collegate tra loro. La maggior parte degli autobus e dei treni sono adatti per sedie a rotelle, gli autonoleggio sono in grado di fornire veicoli con sterzo assistito o per il carico di sedie a rotelle, e sono molte le città che hanno cordoli ribassati e rampe pedonali con segnali acustici.

Guardando il catalogo delle proposte accessibili in Germania si ha l’imbarazzo della scelta tra la possibilità di rotellare nelle città di Berlino, Colonia, Hannover, Düsseldorf, Monaco e altre ancora o immergersi in itinerari sportivi o naturalistici.

Con le attività sportive non ho un grande feeling, le città sono molte interessanti ma la natura mi attrae sempre molto, anche perché non è semplice potersi immergere totalmente con le rotelle.

«C’è un bellissimo cammino nella foresta bavarese, in cui potrai rotellare tra le cime degli alberi…» mi dice Agata – responsabile ufficio stampa e comunicazione di Germania Travel.

«No grazie Agata, soffro di vertigini e poi non sono un avventuriero…»

«Non è nulla di avventuroso, anzi è percorso molto rilassante. Una passeggiata all’aria aperta, tra le cime degli alberi a un’altezza di 44 metri. Il Baumwipfelpfad, nella foresta bavarese è il più alto del mondo con una lunghezza di 1300 metri e presenta una meravigliosa vista sul grande bosco…»

La descrizione di Agata mi ha subito entusiasmato. Arriviamo al Parco Nazionale di Neuschöenau,  al parcheggio ci aspetta Heinrich – guida forestale – che ci accompagnerà per tutto il tragitto, dandoci informazioni sulla vita della foresta e sulla costruzione di questo meraviglioso luogo. La visita inizia prendendo un ascensore che ci porta direttamente in cima a un grosso abate, da lì lungo delle passarelle di legno, attraversiamo il bosco. Un’esperienza incredibile e meravigliosa, in cui ci si sente parte integrante della foresta: il verde ti avvolge, i profumi degli alberi e dei fiori t’inebriano, i cinguettii degli uccelli ti fanno compagnia. Un altro mondo e un’altra dimensione. Rotello e rotello sino a raggiungere la torre che scopro essere alta 44 metri. La torre è unica non solo per la sua forma, ma anche per com’è stata costruita tra abeti e faggi grandissimi. La rampa, con una pendenza che oscilla dal 2% al 6%, si snoda intorno agli alberi da cui si può ammirare panorami incontaminati. Raramente ho trovato un luogo in cui natura e accessibilità s’incontrano in modo così armonico e naturale come a Baumwipfelpfad.

Rendere accessibile a tutti, un percorso naturalistico, da l’opportunità di far conoscere la natura anche a chi, per vari motivi, non è abituato a muoversi in certi ambienti, non solo disabili o anziani ma anche famiglie con bambini che possono fruire della bellezza della natura e imparare da essa.

Foresta Bavarese #ENJOYGERMANNATURE

Il bosco è uno degli ambienti che amo di più, con le sue tonalità di verde, l’odore del terreno umido e i giochi di luce che si formano tra gli alberi. Riesco sempre a rilassarmi, sto bene in mezzo ad alberi altissimi, in cui i rumori della civiltà si allontano e si ha la possibilità di sentire il cuore pulsante della vita del bosco. La foresta bavarese non ha, nemmeno per un attimo, deluso le mie attese.

Dopo aver effettuato il sentiero sospeso e visitato la torre con il suo percorso tra le cime di abeti e faggi, torniamo a terra e proseguiamo tra sentieri, accessibili e comodi anche per le rotelle e godiamo di quello che la natura ci dona.  All’interno del Parco Nazionale della foresta bavarese è possibile vedere gli animali che la abitano. Il sole filtra tra gli alberi concedendoci dei giochi di luce meravigliosi. La foresta è talmente accessibile che pare nata per tutti, in realtà i tedeschi con la loro dedizione al territorio, la rendono pulita e fruibile. La filosofia del Parco è “Lasciare che la natura sia natura”, non è pertanto semplice renderlo accessibile ma resta comunque un loro obiettivo primario fare in modo che, attraverso un design integrato, si possa dare a tutti l’opportunità di fare esperienze immersi nella natura. La natura è lasciata al suo corso, non vi sono interventi umani nemmeno in caso di catastrofi naturali, come quando nel 1990 un’infestazione di coleotteri ha distrutto gran parte della foresta. In vari punti del parco vi sono parcheggi, si lascia l’auto e si parte per sentieri più o meno difficoltosi. Il parco è formato in gran parte da abeti rossi, bianchi e faggi.Le belle giornate ci danno la possibilità di vivere al meglio questi luoghi e rotellare per i boschi.

All’interno del Parco c’è un percorso che attraversa una vasta area con animali: cavalli selvaggi, cervi, bisonti e persino lupi e linci. Gli animali sono liberi, anche se all’interno di perimetri controllati, in questo modo sono monitorati ed anche controllati nel numero e nelle condizioni fisiche. Diciamo che è sarebbe meglio dire che sono in “libertà vigilata”. Se vedere cavalli, cervi e bisonti è un emozione, ancora più grande è intrattenersi ad osservare un branco di lupi. C’è il lupo dormiglione, quello giocherellone e quello timido, di certo non c’è il lupo cattivo.  All’interno del parco vi è una caverna dell’età della pietra, dove sono stati ricreati dei dipinti rupestri di 36.000 anni fa, un modo alternativo per rendere formativo e per nulla banale una passeggiata all’interno del parco.

L’esperienza della foresta bavarese mi ha dato la consapevolezza di come si può vivere la natura senza per questo, essere invasivi. Ora comprendo il motivo per cui l’Ente del turismo tedesco utilizzi l’hastag #enjoygermannature , solo la natura riesce a farti divertire.

 

Alvise Crovato

Nasce e vive Milano. Ha frequentato la Facoltà di Scienze Umane e dell’Ambiente, ha lavorato come fotografo per la “Mitteleuropea della Caccia a Cavallo” (caccia alla volpe simulata), per l’Istituto Italiano della Fotografia.Si sposta frequentemente tra Zurigo, Treviso e Sarteano (SI).