Rotellando a San Marino con Marco Resti

Oggi nella Repubblica di San Marino parte un convegno molto importante centrato sul tema del turismo accessibile. Proprio in questo luogo che è apparentemente poco accessibile per via della conformazione territoriale (le salite e/o pendenze non sono poche) e della sua storia (patrimonio UNESCO), ci sarà la prima edizione della Conferenza Europea dell’Organizzazione Mondiale del Turismo sul Turismo Accessibile. “L’evento si propone di aumentare la consapevolezza sull’importanza di rendere il turismo un’attività accessibile a tutti, riducendo barriere fisiche e comportamentali. La conferenza tratterà quindi delle buone pratiche di accessibilità adottate da diverse destinazioni turistiche in Europa, con particolare riferimento ai siti Patrimonio dell’Umanità e alle strategie concrete messe in atto per fare del turismo accessibile una realtà.”

Perché è stata scelta la Repubblica di San Marino? Probabilmente perchè è uno di quei luoghi che sembrerebbe non semplice da visitare per chi ha problemi motori ma che grazie alla volontà dei sanmarinesi di rendere il proprio territorio per tutti, è riuscita negli anni a rendersi credibile a livello mondiale per il turismo accessibile. San Marino è la dimostrazione che può essere per tutti anche se non si hanno le caratteristiche strutturali ideali per esserlo. L’accessibilità spesso viene attuata con l’ospitalità. E’ proprio “ospitalità” una delle parola chiave di San Marino per tutti, ovvero “l’atto di accogliere nella propria casa, città, paese una persona che normalmente non vi vive e farla sentire come se fosse la propria”.

San Marino per tutti

San Marino è per molti, lo era anche per me, quel luogo che, quando si è in vacanza a Rimini ed è brutto tempo, si va a visitare. Non c’è il sole, non sai cosa fare, allora si va a visitare i luoghi nell’entroterra e una delle prime tappe preferite della Riviera Adriatica è la Serenissima Repubblica di San Marino (uno degli stati più piccoli dell’ONU), con i suoi 61 km quadrati e poco più di 32.000 abitanti.

Da rotellato, dopo un breve tour fatto alcuni anni fa, mi erano rimaste impresse le salite, talmente ripide che le avrei candidate alla vittoria della “salitina d’oro”. Ci ritorno con la voglia di resettare i ricordi e i pregiudizi di quel breve tour. Oggi mi ritrovo con più elementi per iniziare a visitare San Marino infatti ho tra le mani la guida “San Marino per tutti” con i percorsi accessibili e diverse informazioni ed indicazioni per rotellare al meglio. A San Marino è stato attuato un lavoro capillare per fare in modo che il territorio della Repubblica fosse aperto al turismo per tutti, così sono stati redatti gli itinerari accessibili in cui si possono trovare la lunghezza, la pendenza e tutte le dritte necessarie per una visita comoda nella parte storica della città a tutti coloro che hanno problemi di mobilità.

Rotellando a San Marino parte dalla stazione della funivia, costruita nel 1959 ed arriviamo direttamente nel centro storico. Ad aspettarmi c’è Sara che fa parte delle guide turistiche di San Marino. Sara ci riceve in costume d’epoca e ci porterà a zonzo, spiegandoci storia e curiosità. L’idea di gironzolare con una dama d’epoca mi piace molto. Entriamo a Palazzo Pubblico, il luogo in cui si tengono tutte le cerimonie ufficiali, è pieno di energia e si assapora la storia e l’unicità di questa piccola Repubblica. All’interno della sala consigliare vi è il dipinto con San Marino, che una leggenda racconta, esser stato un tagliapietre che, venuto dalla Dalmazia, salì sul monte Titano dove fondò una piccola comunità di cristiani perseguitati per la loro fede. La Piazza della Libertà con la sua statua, che non è quella di New York, ma nel che nel suo piccolo fa una bella figura, e la vista della vallata sono come un piccolo quadro che ti fanno credere di essere tornato indietro nel tempo. Gran parte del percorso che facciamo è accessibile, ed è un paicere attraversare con estrema facilità la Repubblica di San Marino, che dal 2008 è stata dischiarata Patrimonio UNESCO.

San Marino e il cambiamento

Nonostante quello che si può pensare, vista la sua grandezza, a San Marino non ci si annoia e sono molti i luoghi che possono essere visitati. Dal museo di stato, alla cava dei balestrieri (aperta nel XIX secolo per l’estrazione della pietra necessaria al restauro di Palazzo Pubblico ed ora allestita per le competizioni di tiro con la balestra), dal giardino dei Liburni alle varie contrade.

Sono però le torri che si inerpicano verso l’alto a suscitare la curiosità di molti e per arrivarci bisogna munirsi d’impegno in quanto la salita non è da poco. Prima di salire verso le torri, incontriamo Mirko Tomassoni, una vera personalità a San Marino che tanto ha dato e sta ancora dando a questo Paese. Mirko fa parte del Corpo della Polizia, dal 1998 per un incidente è in sedia a rotelle ed ha fondato l’Associazione sportiva “Attiva – Mente” e nel 2007 è stato uno dei Capitani Reggenti della Repubblica.

San Marino ha la particolarità di nominare, ogni sei mesi, due Capitani Reggenti che hanno la funzione di Capi di Stato, sono in due per garantire l’equilibro tra le diverse fazioni politiche. Il fatto che una persona in carrozzina sia stata eletta per la massima carica dello Stato sta a significare quanta sensibilità e disponibilità vi sia, da parte di questa Paese, nel garantire pari opportunità ai propri cittadini e soprattutto non vi è il timore, anche dal punto di vista della rappresentanza a “mostrare” una persona con differenze fisiche. Nonostante vi siano leggi, in tutti i paesi così detti democratici che garantiscono le pari opportunità, spesso e volentieri queste leggi vengono disattese.  Spesso dare una carica ad una persona che ha particolari esigenze potrebbe “provocare” una serie di disagi nell’organizzazione quotidiana, soprattutto relative al trasporto e alle barriere architettoniche, quindi per evitare il problema si evita la candidatura.

Per permettere l’insediamento di Mirko, la Repubblica ha dovuto dare un segnale concreto: i palazzi pubblici sono stati adattati a fare passare una carrozzella e persino il protocollo della cerimonia è stato modificato. Il quattrocentesco Palazzo Valloni, sede dell’archivio di Stato, ha oggi un ascensore che permette al Capitano reggente di raggiungere la stanza del Trono. Il Palazzo Pubblico, la sede del Parlamento, è a norma, ma uno degli scranni della reggenza è stato tagliato per accogliere, alla stessa altezza, il giuramento.

Con Mirko decidiamo di andare a conquistare le torri, lui con l’utilizzo dell’handybike ed io con la generosa spinta dell’amico Marco che mi fa da motore. Pian, piano riusciamo ad arrivare alla prima torre, e da lì abbiamo una meravigliosa panoramica della valle sottostante e della seconda e terza torre. E’ un’emozione arrivarci, sia per la possibilità di arrivare e sia nel vedere l’entusiasmo dei visi che incontriamo una volta in cima. Uno per tutti quello di Manuela, la barista del bar che si trova alla prima torre e che vorrebbe cercare di rendere il suo locale accessibile in modo da poter ospitare tutti.

“Non mi guardate come un’anomalia o un’eccezione: questo è il vero cambiamento” – erano le parole di Tomassoni il giorno della nomina, da lì San Marino ha fatto tanti passi o rotellate per non essere un’eccezione, per essere una “San Marino per tutti”, lavoro fatto con grande impegno da parte dell’Ufficio del Turismo e dal suo Ministero.

Terra San Marinese

San Marino non è solamente storia ma anche e soprattutto tradizione agricola e alimentare. Terra di vigneti, uliveti, alveari ed allevamenti di bovini produttrice di gustosissimo pane, piada e formaggi. Decidiamo di prendere  l’auto e girare le colline che circondano San Marino. Si sale e si scende e si ammira un paesaggio ricco di colori e odori. A Montecchio si può visitare Casa Fabrica, una casa colonica del 1776 recuperata e trasformata nel Museo della civiltà contadina e delle tradizioni. La Casa, che è gestita dal Consorzio Terra di San Marino, è la classica casa rurale delle colline romagnole, con l’antica cucina al piano terra e la camera da letto al primo piano, inoltre all’ultimo piano vi sono la stanza del telaio e il granaio. Si possono ammirare attrezzature ed utensili che al giorno d’oggi diamo per scontati e non vengono più utilizzati e possiamo renderci conto, con il tempo, di come si sono modificati. Ciò che mi stupisce maggiormente, di questa ristrutturazione, è che questo antico casale è stato colpito in maniera irreversibile dall’accessibilità. Al suo interno è posizionato un ascensore di vetro che non impatta per nulla quello che era la ruralità della costruzione. Questo è l’ennesimo caso che quando si vuole si può rendere accessibile qualsiasi posto. Il museo, in oltre, ha un percorso tattile per non vedenti

La seconda tappa del nostro viaggio ci porta a conoscere la sede del Consorzio Vini Tipici di San Marino. I suoi 200 soci coltivano più di 130 ettari di vigneti per la maggior parte di uve nere e producano principalmente Sangiovese. La sede non è solamente il luogo in cui viene raccolto e prodotto il vino ma è anche un’innovativa cantina, dove gustare del buon vino e assaggiare i prodotti tipici sanmarinesi, un luogo dove tradizione ed innovazione sono fortemente presente sia nell’arredamento che nella fabbricazione. Anche questo posto è stato magicamente colpito dal virus dell’accessibilità.

Accoglienza e ospitalità

Sempre più spesso si parla di “ospitalità” e di “accoglienza”. Sempre più spesso ci si rende conto che non basta essere “accessibili” anche perché non sempre è possibile esserlo. Vi sono paesi e luoghi che per morfologia e storia non lo potranno mai essere.

“Accessibilità – L’essere accessibile, possibilità di facile accesso”;

“Ospitalità – Qualità di chi è ospitale; cordiale generosità nell’accogliere e trattare gli ospiti. Il fatto stesso di accogliere, di dare alloggio nella propria casa, o anche di trattenervi temporaneamente un ospite”

 “Accoglienza” – l’atto di accogliere, di ricevere una persona; il modo e le parole con cui si accoglie e di accettarla”.

Va da se che vi è una sostanziale differenza tra rendere accessibile un luogo ed essere ospitali. Vi sono luoghi e/o strutture che sono accessibili ma l’ospitalità è talmente scarsa che non ci si torna nemmeno per bere un caffè, mentre vi sono luoghi che non sono molto accessibili ma la cordialità e la disponibilità di chi accoglie fanno superare ogni barriera.

San Marino nella storia si è resa ospitale; la sua neutralità che l’ha contraddistinta in numerose occasioni, in particolare durante la seconda guerra mondiale (nonostante il governo fascista, si mantenne al di fuori del conflitto e si prodigò nel fornire asilo agli sfollati del circondario, in particolare da Rimini). Durante la guerra, il numero così di profughi fù così elevato, che i sammarinesi dapprima li accolsero nelle loro case e quando queste divennero insufficienti, li fecero rifugiare nelle gallerie della linea ferroviaria Rimini – San Marino (abbattuta durante un bombardamento inglese con lo sgancio di più di 250 bombe in meno di tre ore). Di questa linea, oggi, rimangono solamente alcuni km di binari scoperti qua e là. Nel 2012 fu ripristinato un tratto di circa 800 m, comprendente la galleria Montale, in modo da permettere lo svolgimento di un servizio turistico e promozionale. Si è calcolato che gli sfollati durante la seconda guerra mondiale superarono le 100.000 persone; se si pensa che la popolazione sammarinese ammontava a circa 15.000 abitanti, si può immaginare quale impegno e quale sacrificio abbia comportato per la piccola Repubblica dare ospitalità ai profughi italiani.

Mentre rotello all’interno delle gallerie, in cui vi sono ancore i segni delle postazioni numerate in cui le famiglie italiane si sistemarono, penso a come la parola “profugo” e “sfollato” abbia perso di connotazione. Abbiamo la memoria molto corta e stiamo perdendo sempre di più il senso dell’accoglienza e dell’ospitalità, nonostante abbiamo un tenore di vita benestante e la perdiamo in particolare verso coloro che sono diversi di pelle o di rotella, poco importa. Percorre itinerari lasciati in nome del ricordo, ci aiuta senza alcun dubbio a non dimenticare e a non resettare continuamente quello che di brutto c’è stato oltre ad aiutarci  a fare si che altre brutture non si ripetano.

Guarda come donodolo…a San Marino

Montegiardino è un castello (sinonimo del nostro comune) della Repubblica di San Marino con poco più di 900 abitanti ed un’estensione di 3 km², il meno popoloso ed il più piccolo della Repubblica ma un piccolo gioiello da visitare, nato non accessibile lo è diventato grazie ai sapienti lavori di ristrutturazione. Montegiardino è un ulteriore esempio di come si può rendere accessibili luoghi che non lo sono, senza per questo deteriore paesaggio e storie. Mi piace rotellare tra questi vicoli in cui il silenzio e la tranquillità la fanno da padrone. Dopo Montengiaridno è la volta di visitare il castello di Faetano, dove, di fianco alla piccola piazza e al Palazzo Municipale, è stato costruito un complesso in cui vi sono inglobati i servizi pubblici del castello. L’unione tra la storica piazza e il complesso pubblico è stata fatta con la costruzione di un ponte che li mette in comunicazione. Il ponte è stato realizzato in acciaio cor-ten. Un gioiello architettonico, tra tradizione e modernità, che non ha fatto  perdere al luogo la sua connotazione storica.

Prima di salutare San Marino e tornare in terra italiana, ci fermiamo a Dogana al parco AUSA, uno spazio verde attrezzato con zone di sosta, giochi per bambini, pista ciclabile. Nulla di speciale, apparentemente, invece troviamo una piccola ma importante peculiarità, ovvero l’altalena accessibile. Già in questo parco ogni bimbo può dondolarsi sulle altalene, ogni bimbo ha la possibilità di giocare. Fare in modo che ogni bimbo possa giocare e che i giochi siano per tutti,  favorendone l’inclusione è il modo migliore per sperare che ci sia un futuro più semplice per tutti. Giocare è il primo grande passo sociale di un bimbo, se diamo a tutti gli stessi giochi nessuno si sentirà diverso, certo non sarà un altalena ad abbattere le barriere ma è un inizio per fare in modo che la diversità si normalizzi e in questo i bambini sono già campioni.

I bambini hanno il diritto allo sviluppo in tutti gli aspetti della loro vita compreso lo sviluppo fisico, emotivo, cognitivo, psicosociale, sociale e culturale.” – Convenzione ONU sui diritti del bambino (1989)

Quando ero bimbo non c’erano le altalene accessibili, per questo motivo prendo l’occasione di rifarmi del tempo perduto e, sull’altana del parco AUSA, mi metto  a canticchiare “guarda come dondolo, guarda come dondolo…”.

Lascio San Marino con la consapevolezza che l’accessibilità è solamente un punto di vista e presto ci ritornerò per godermi un “ospitalità senza barriere dal sapore gustoso, romantico e storico”.

Marco Resti

Fotografo professionista, specializzato in reportage sociale, eventi e viaggio. (www.marcoresti.com) Membro del Nikon Professional Service e dell’associazione Shoot4change. Grazie al suo lavoro viaggia per il mondo, in particolare Africa e India, per produrre reportage, storie e workshop on the road. Negli ultimi anni sta portando avanti alcuni progetti fotografici, con associazioni che si occupano di “diversità”.